
Da sempre gli zuccheri sono considerati i nemici numero uno dei nostri denti, ma in realtà quando parliamo di zuccheri dobbiamo parlare di molte più sostanze.
Come facciamo quindi a distinguere gli zuccheri buoni da quelli cattivi?
Gli zuccheri cattivi (zuccheri-liberi) sono il Saccarosio, Glucosio, Fruttosio, Galattosio, Lattosio Maltosio, Trealosio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di limitare il consumo di zuccheri liberi ad un massimo di 5-7 cucchiaini al giorno, in quanto l’uso spropositato di questi zuccheri con un errato stile di vita può causare dipendenza e malattie come carie, obesità, diabete o malattie cardiovascolari.
Gli zuccheri buoni o non cariogeni sono invece quelli alcolici che devono la loro proprietà all’inattaccabilità dai batteri orali con conseguente mancata formazione di acidi, primi responsabili della carie. Gli zuccheri alcoolici hanno un gusto simile agli zuccheri liberi, ma contenuti calorici molto inferiori e aiutano a contenere l’aumento di peso corporeo.
Tra gli zuccheri buoni troviamo il miele, prodotto non solo migliore, ma anche più naturale. È un alimento energizzante ed ha proprietà terapeutiche. Ha potere disinfettante e compie un’azione tonico-digestiva e antiacida per lo stomaco essendo anche un antibiotico naturale. Il miele seda la tosse, migliora il sonno e il tono psichico ed ha un lieve effetto diuretico. Inoltre, è un ottimo ricostituente per bambini e anziani.
Dei dubbi sorgono sulla stevia, zucchero buono, ma ultimo in classifica. Nasce dalla pianta omonima con un potere dolcificante 200 volte superiore a quello del saccarosio, non ha poteri nutrizionali, ma è consigliata per pazienti in sovrappeso per ridurre la voglia di dolce e per chi ha problemi dentali perché non produce carie.