Da Belén a Nainggolan, i segreti per un sorriso da star.

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15 gennaio 2019 DossierNews

Belén Rodriguez, Radja Nainggolan, ma anche Marco Borriello, Filippo Bisciglia, Alessandro Florenzi e il premio Oscar Dustin Hoffman.
La lista è interminabile e tutti, ma proprio tutti, oggi vogliono un sorriso perfetto. Per essere impeccabili in foto, sul set o in televisione e brillare, sorridendo, nel firmamento dello showbiz. Tanti i trucchi e i segreti che nascondono la ricerca di una perfezione, quasi maniacale, per i volti noti dello spettacolo.

 

Quali sono i segreti per un sorriso da star?

Da quando il sorriso in tv e sui social network è diventato uno strumento di comunicazione così importante, si cerca un’odontoiatria estetica ancora più maniacale e attenta ai particolari. Esistono delle tecniche che prevedono di ottimizzare il sorriso in modo perfetto.

Il bianco dello smalto è scontato, così come l’allineamento dentale. Ci sono però microtecniche non conosciute che permettono di avere quell’effetto televisivo, mediatico e fotografico con armonizzazione del sorriso in virtù delle linee del labbro, del viso, degli occhi e del colore dei capelli.

Si cerca la perfezione, non basta più un dente bianco e allineato. Quindi un sorriso uniforme e aperto con un effetto equilibrato nel rapporto dentatura-labbro, ma anche viso e naso.
In sintesi rapportato alla fisionomia.

Da Belén Rodriguez a Radja Nainggolan, cosa chiedono nello specifico le celebrity dello showbiz e dello sport per avere un sorriso impeccabile?

Nel mondo dello spettacolo, soprattutto la parte televisiva femminile richiede la perfezione. Si cerca di avere uno smalto sempre più bianco, un sorriso allineato senza zone d’ombra e vie di fuga buie (i denti dietro ai canini).

Un sorriso omogeneo con più denti visibili possibili. Dove esiste un sorriso frontalmente bello, ma che poi non si estende ai molari e ai premolari, si cerca di espanderlo visivamente con faccette o con mascherine invisibili.

E nel mondo calcio, invece?

Nel calcio si cerca poco la perfezione estetica. Al massimo uno sbiancamento.

Il calciatore non richiede la bellezza e si sta infilando nell’idea di ottimizzare la bocca per avere un risultato positivo a livello sportivo.

 

In che modo?

La bocca può essere responsabile di una performance alterata e di una recidiva degli infortuni muscolari.

Come?

Un dente del giudizio mal posizionato può generare una pubalgia. Con un esame radiologico accurato il calciatore sa che è possibile identificare tale patologia grazie a questo tipo di analisi.

 

Ma cosa significa “odontoiatria olistica”?

Curare il paziente e non il dente. L’iperspecializzazione nel tempo ha portato il medico a perdere il concetto di cura del paziente. Una volta il medico di base,
da un punto di vista internistico, aveva una risposta per tutto.

Oggi si è perso l’approccio del medico di base e si ricerca l’iperspecialista per il problema cutaneo, il problemino intestinale o diagnosi particolari. Va tutto bene, però si è perso l’approccio globale. E, a maggior ragione, nella parte odontoiatrica.
Non si cura il dente fino a se stesso, ma il dente che sta in una bocca, che a sua volta sta nel cranio, che sta nell’individuo nella sua totalità.

Un esempio?

L’otturazione di piombo, usata in questi anni, ha causato molte allergie cutanee e metaboliche. Tanti problemi di occlusione generavano danni alla colonna vertebrale e l’odontoiatria olistica si occupa proprio di questo.

Dobbiamo essere noi dentisti ad accorgercene intercettando una problematica in bocca e cercando di capire fino a che punto può danneggiare il paziente.

Per avere un sorriso da star ci sono alimenti consigliati e altri che è meglio evitare.

Perché i pigmenti rischiano di rovinare lo smalto. Qualche consiglio?

Il consiglio è quello di utilizzare il più possibile prodotti biologici. Bisogna essere attenti da un punto di vista chimico su cosa ci mettiamo in bocca, anche sul piano alimentare.
Gli alimenti hanno paradossalmente una funzione che è più intelligente di un dentifricio generico. Attenti, dunque, agli alimenti pigmentanti come il vino rosso, il tè, il mirtillo, il caffé, la curcuma, tutto ciò che sconsigliamo nei tre giorni successivi allo sbiancamento.

Ci sono poi prodotti che per consistenza aiutano a detergere il dente, quindi materie prime vegetali come le mandorle, le noci, il finocchio, la carota e il sedano che con la masticazione lo puliscono in modo biologico.

E i comuni mortali? Cosa possono fare a casa per avere un buon sorriso e quali sono i rimedi homemade che consiglierebbe?

Il segreto è una buona igiene orale.

La ricerca dello spazzolino adeguato è, purtroppo, nelle mani del dentista.

Spazzolino elettrico o manuale?

Il dilemma è proprio questo. Non possiamo fare da soli. Lo spazzolino elettrico è di sicuro quello più efficace. Rimuove più placca, arriva ovunque, la testina è piccola e, di base, lo utilizzo da venti anni.

Ma non tutte le bocche possono permetterselo. Ci sono denti che hanno una gengiva più sottile, uno smalto più delicato e, in questi casi, uno spazzolino elettrico potrebbe avere una funzione peggiorativa.

Consuma di più lo smalto e rovina la gengiva. Anche gli spazzolini manuali non sono tutti uguali: esistono quelli con le setole morbide, medie e dure che il dentista deve saper consigliare in base alla sensibilità del paziente. Quindi l’utilizzo va personalizzato.


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14 gennaio 2019 Dossier

L’alito cattivo, tra storia e scienza.

1. UN PROBLEMA ANTICO. 

Potete anche proclamare le verità più sacrosante, ma se siete affetti da alito cattivo (alitosi è il termine scientifico) non otterrete mai la dovuta credibilità (o un posto al colloquio di lavoro).

E lo stesso vale se il vostro fisico, charme e
simpatia sono una calamita per eventuali partner: l’alitosi è in grado di vanificare ogni tentativo di corteggiamento.
La lotta quotidiana contro l’alito cattivo, a quanto pare, era ben nota anche agli antichi.

Non a caso 5.000 anni fa i babilonesi provavano già a spazzolare via dalla bocca odori indesiderati con dei ramoscelli, mentre gli egizi inventarono
le prime mentine 3.000 anni fa.

2. CAUSA DI DIVORZIO TRA GLI EBREI.

Questo problema non era affatto considerato minore: nella Torah veniva condannata come una seria disabilità, al punto che poteva essere ragione di divorzio.

3. IL FIATO CATTIVO PUÒ ANCHE CAMBIARE IL CORSO DELLA STORIA.

Shah-Nameh (letteralmente «Il Libro dei Re») è una vasta opera poetica scritta dal poeta persiano Ferdowsi, risalente al X secolo, che racconta il passato mitico e storico della Persia.

Nel libro si narra della giovane sposa Nahid che viene ripudiata e rispedita in Macedonia dal suo neo-marito, il re persiano Darab, per via del suo alito.

La giovane nel frattempo però era rimasta incinta e una volta tornata a casa partorisce un figlio, che verrà chiamato Iskander, e che diventerà il più famoso macedone di tutti i tempi: Alessandro il Grande.

4. QUAL È LA CAUSA?

Un italiano su 4 ha l’alito cattivo abitualmente.

Nella maggior parte dei casi i colpevoli sono dei batteri invisibili che se la spassano sulla nostra lingua e le nostre gengive, e che dopo aver banchettato con parti minuscole di cibo, gocce di liquido nasale o tessuti del cavo orale emettono gas, specialmente solfati, mal tollerati dalla maggior parte dei nasi.
Sono pochi gli odori che hanno origine nello stomaco e non hanno niente a vedere col cavo orale. Molto comune, invece, è l’alitosi da parodontopatie, cioè da infiammazioni e infezioni del parodonto, il tessuto di sostegno dei denti, che provocano il sanguinamento delle gengive.

Secondo alcune ricerche, a soffrirne in maniera lieve o avanzata sarebbe addirittura il 62% degli italiani.

5. PERCHÉ L’AGLIO FA PUZZARE L’ALITO?

Tutta colpa dell’allicina, molecola instabile responsabile del caratteristico odore dell’aglio. Questa si trasforma rapidamente in composti solfurei, che “regalano” all’alito il suo tono pungente.

Il corpo metabolizza la maggior parte di queste molecole nel giro di poche ore, a eccezione del solfuro di metil-allile, che può rimanere in circolo anche fino a due giorni e una volta giunto ai polmoni ripresentarsi nel respiro (è anche responsabile dell’odore agliaceo di sudore e urina).

Lavarsi i denti può mascherare il forte odore dell’aglio, e anche alcuni cibi (kiwi, spinaci, prezzemolo, basilico, latte, funghi e riso)
possono essere dei buoni alleati contro l’alito cattivo, degradando o intrappolando i composti solfurei.

6 . QUATTRO CIBI (E UN NEMICO) CHE CAUSANO L’ALITO CATTIVO.

Aglio e cipolla non sono i soli a favorire l’alito cattivo. C’è anche il caffè, per esempio: la caffeina rallenta la produzione della saliva, che ha il compito principale di lavare via i batteri e tenere la bocca pulita; lo stesso meccanismo vale per il vino.

Gli aminoacidi contenuti nel formaggio favoriscono la formazione di composti solforati volatili molto pestiferi; lo stesso meccanismo vale per le carni rosse. Infine il fumo: favorisce l’alito cattivo (oltre a creare guai ancora peggiori).

7. DENTI E PAVIMENTI PULITI.

Se il fiato pesante era considerato un flagello già nell’antichità, bisogna aspettare la fine del XIX secolo affinché venga riconosciuto come diagnosi medica.

Solo allora il termine alitosi inizia a diventare comune, grazie anche agli sforzi non di certo disinteressati di un’azienda chiamata Listerine. Fino agli inizi del ‘900 Listerine produceva un antisettico multiuso, venduto anche come disinfettante chirurgico o lava pavimenti.
Ma Gerard Barnes Lambert, uno degli eredi dell’impresa, spinse negli anni’20 per campagne pubblicitarie incentrate sull’uso di Listerine come collutorio.
L’alitosi veniva dipinta come una disgustosa condizione medica capace di compromettere la vita sentimentale o gli affari. La nostra moderna fobia verso
l’alito cattivo, e la paura di non essere accettati a causa di questo disturbo, ha origine proprio in quegli anni.

8. COME CAPIRE SE SIAMO “TOSSICI”?

Conoscendo le cause dell’alitosi, gli scienziati hanno escogitato modi per combatterli.

O prevenirli: dato che nessuno può percepire la qualità del proprio fiato ma una persona su 5 soffre spesso di alitosi, Mel Rosenberg, medico e fondatore della Società internazionale per le ricerche sull’alito cattivo, ha creato un test, “Ok to kiss” (“baciabile”), che permette di valutare il proprio alito, misurando il beta-galattosidasi.

Si sputa in un cucchiaio trattato chimicamente: se diventa blu, meglio rinunciare ai baci.

9. RIMEDI NATURALI.

Per combattere l’alito cattivo Plinio il Vecchio (23-79) suggeriva cenere di testa di lepre o i denti di asina, latte d’asina, polvere di corna di cervo e pietra pomice.

Oggi ricorriamo a caramelle al mentolo o a chewing-gum che hanno però controindicazioni, effetto limitato e con lo zucchero possono, dopo un primo sollievo, peggiorare la situazione. L’alternativa naturale ad essi è rappresentata dai chiodi di garofano, da masticare al momento del bisogno.
Come detto, poi, anche alcuni cibi (kiwi, spinaci, prezzemolo, basilico, latte, funghi e riso) possono essere dei buoni alleati contro l’alito cattivo, degradando o intrappolando i composti solfurei.

10. VITTORIA DI PIRRO.

Tra spazzolino, collutorio e filo interdentale, le armi a nostra disposizione ci permettono finora solo vittorie momentanee.

Ma un atteggiamento più aggressivo non porterebbe da nessuna parte: la guerra di sterminio toglierebbe di mezzo anche le comunità batteriche che contribuiscono positivamente all’ecosistema della bocca.
Meglio un approccio più integrato, magari impiantando nel cavo orale precise comunità batteriche, affinché tengano sotto controllo la proliferazione di quelle
più problematiche, senza eliminarle del tutto.

11. HITLER E L’ALITO CATTIVO.

Hitler aveva una vera passione per il cioccolato, la panna e i dolci in generale. Il che gli provocò numerosi problemi ai denti. Il dittatore nazista però aveva il terrore del dentista e non si faceva curare.

Così, i denti guasti alla lunga provocarono a Hitler una perenne alitosi.


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11 gennaio 2018 Dossier0

Che differenze ci sono tra i denti da latte e quelli permanenti?

Rispetto ai denti permanenti, quelli decidui sono più piccoli, hanno un colore più chiaro, sono di forma più arrotondata ed hanno una camera pulpare più ampia. La carie nei bambini raggiunge, pertanto, rapidamente la polpa.

Perché si chiamano denti da latte?

I denti decidui vengono comunemente chiamati denti da latte perché hanno una colorazione che ricorda molto quella del latte.

Quanti sono?

I denti decidui sono 20:

  • 8 incisivi
  • 4 canini
  • 8 molari

Quando escono i primi dentini?

Non c’è un momento preciso in cui iniziano a spuntare i denti da latte, i tempi variano da bambino a bambino. In linea generale i dentini cominciano la loro eruzione intorno ai 6-8  mesi. I primi a spuntare sono gli incisivi anteriori inferiori e poi man mano tutti gli altri, seguendo orientativamente quest’ ordine:

Denti inferiori

  • incisivi centrali a 6 – 10 mesi
  • incisivi laterali a 10 – 16 mesi
  • canini a 17 – 23 mesi
  • primo molare a 14 – 18 mesi
  • secondo molare 23 – 31 mesi

Denti superiori

  • incisivo centrale a 8 – 12 mesi
  • incisivo laterale a 8 -13 mesi
  • canini a 16 – 22 mesi
  • primo molare a 13 -19 mesi
  • secondo molare a 25 – 33 mesi

Gengiva livida, può dipendere dall’eruzione dei denti decidui?

In alcuni casi l’eruzione dei denti da latte può essere molto fastidiosa e provocare un ematoma gengivale, che in genere tende a risolversi spontaneamente con l’ eruzione del dente stesso. Per facilitare l’eruzione del dente può essere utile dare al bambino dei massaggiatori gengivali, precedentemente refrigerati, comunemente venduti in farmacia o in alternativa la scorza di pane cotto a legna, sicuramente più gradita dai bambini.

Tuttavia se l’ematoma non si riassorbe nel giro di qualche settimana è consigliabile fare una visita dal pedodontista.

A che età cadono?

I primi dentini cominciano a dondolare e a cadere intorno ai 6 anni per far spazio alla dentizione permanente.

Denti superiori

  • incisivi centrali a 6 – 7 anni
  • incisivi laterali a 7 – 8 anni
  • canini a 10 – 12 anni
  • primo molare a 6- 9 anni
  • secondo molare a 10 – 12 anni

Denti inferiori

  • incisivi centrali a 6 – 7 anni
  • incisivi laterali a 7 – 8 anni
  • canini a 9 – 12 anni
  • primo molare a 6- 9 anni
  • secondo molare a 11 – 12 anni

Cosa fare quando i denti decidui non cadono?

Può capitare che i denti da latte rimangano in arcata per più tempo. Infatti, come dicevamo, l’età in cui spuntano e cadono i denti decidui è indicativa e cambia da bambino a bambino. In ogni caso, se si presenta una situazione simile, è consigliabile far fare una visita di controllo al piccolo per verificare la presenza del dente permanente nella gengiva.

Quando togliere i denti da latte?

In genere un dente deciduo viene estratto quando la carie è talmente estesa da non essere curabile o quando il bambino è vicino alla permuta. Ultima indicazione all’ estrazione si verifica quando il dentino  non cade da solo causando problemi alla dentatura permanente che non riesce a erompere correttamente.

L’estrazione del dente deciduo fa male?

L’estrazione dei denti da latte non è dolorosa quando il dentino è vicino alla permuta. In genere per questo tipo di intervento si utilizza la perfrigerazione, un getto di cloruro di etilene, con cui  si raffredda la zona interessata in modo da anestetizzarla e non far sentire dolore al piccolo paziente. Quando invece il dentino è lontano dalla permuta e le radici non sono riassorbite si ricorre all’anestesia locale, come per le estrazioni dei denti permanenti.

Che succede se un dente da latte cade per un trauma?

Quando il dente viene perso totalmente non si fa nulla, in ogni caso è consigliabile portare il bambino a visita da un dentista il cui intervento sarà mirato a ridurre possibili complicazioni che possono interessare il dente definitivo.

Come si puliscono?

Anche per i denti da latte è importante una corretta igiene orale per evitare l’insorgere di problemi ai denti. Nel primo anno di età quando cominciano a spuntare i primi dentini è sufficiente utilizzare una garza di cotone umida sui denti e sulle gengive.

Dopo l’anno si può iniziare a utilizzare uno spazzolino specifico per bambini per una pulizia più accurata. Il dentifricio dovrà essere inserito successivamente, quando il piccolo avrà imparato a non ingoiarlo.

Quale dentifricio usare?

Un qualsiasi dentifricio specifico per bambini va bene. I dentifrici per bambini, infatti, sono diversi da quelli per adulti in quanto contengono una ridotta percentuale di fluoro.

Quando un dente da latte diventa nero?

I denti da latte possono diventare neri o più scuri per diversi motivi, primo fra tutti la carie. Un dente deciduo può cambiare colore anche come conseguenza di un trauma o assunzione di cibi pigmentanti. In ogni caso dopo una visita di controllo il dentista potrà determinare la causa dei denti neri.

Denti decidui cariati vanno curati?

I denti da latte cariati vanno assolutamente curati e non estratti. I denti cariati dei bambini vengono curati esattamente come quelli degli adulti.

È importante che i denti da latte rimangano in arcata per tutto il tempo necessario perché uno dei loro compiti è mantenere lo spazio per il dente permanente. Se lo spazio non viene mantenuto, c’è il rischio che i denti permanenti crescano storti.

Il rischio che si sviluppi la carie può essere ridotto facendo assume ai bambini una soluzione a base di fluoro dalla nascita fino ai 6-7 anni. In questo modo i denti saranno più resistenti agli acidi prodotti dal batterio responsabile della carie. Le modalità di somministrazione e il dosaggio devono essere definite dal dentista.

Un dente da latte può essere devitalizzato?

Se il processo carioso interessa anche la polpa dentale si procede con la devitalizzazione a meno che il dente non stia già dondolando e quindi si trovi prossimo alla caduta, in questo caso si preferisce l’estrazione.

Si può mettere l’apparecchio con i denti da latte?

Non c’è un tempo prestabilito per iniziare una terapia ortodontica. L’apparecchio può essere messo da piccoli così come in età adulta, tutto dipende dal difetto che bisogna correggere. Se il trattamento indicato è quello ortodontico, non ci sono controindicazioni a iniziarlo anche con i denti da latte. Come sempre ogni caso va valutato a sé e sarà il dentista a consigliare la strada da percorrere.

Dentini con macchie bianche da cosa dipendono?

Le macchie bianche sui denti sono dovute a un eccesso di fluoro. Oltre a un impatto estetico poco gradevole, questo tipo di macchie non creano particolari problemi. Spesso sono i pediatri a consigliare ai genitori l’assunzione di fluoro, tuttavia per evitare un sovradosaggio e la comparsa di macchie bianche è importante che sia un pedodontista a stabilire il dosaggio e i metodi di somministrazione.

I denti decidui hanno la radice?

C’è l’opinione diffusa che i denti da latte non hanno la radice perché al momento della caduta il dente deciduo ne è privo. Ciò succede perché il dente permanente spinge “consumando” la radice del dente da latte.


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28 aprile 2017 Dossier0

La postura è la spia del benessere della persona. Una persona sana ha un buon assetto: dolori, fastidi, tensioni muscolari possono portarci ad assumere una postura diversa da quella ideale.
Alcune persone manifestano uno squilibrio anche di parecchi kili senza rendersene conto, ma quando si passa il limite iniziano i dolori. Un altro segnale è dato da un’oscillazione corporea alterata.
Il corpo umano oscilla in continuazione, un’oscillazione troppo ampia è la spia di problemi vestibolari, neurologici, emotivi, se troppo ridotta biochimici o ancora emotivi.
Il Sistema Nervoso Centrale funziona come un computer: se si emettono informazioni sbagliate si ottengono risultati sbagliati. Un difetto visivo, un problema dentale, un appoggio scorretto, e qualsiasi malattia alterano le informazioni.

Cosa fare?

La pedana Lizard è uno strumento di alta precisione, utilizzato in molte Università italiane e straniere, che si differenzia da tutte le pedane in circolazione per la completezza delle informazioni e la facilità di interpretazione.
Usata da un operatore esperto, può rilevare immediatamente tutti i cambiamenti che si manifestano ad esempio con un bite, con un paio di occhiali, con un plantare, ma anche con farmaci o trattamenti manipolativi.
Riassumiamo i principali problemi:

Visivo

Si può vedere perfettamente da vicino e da lontano, ma se la muscolatura dell’occhio fa fatica a coordinare il movimento dei due occhi, istintivamente cambiano l’atteggiamento del capo. Un lavoro prossimale (videoterminalista, orafo, odontoiatra, ecc…) porta a tenere tutto il giorno i muscoli del collo in tensione… e giustamente la povera cervicale soffre.

Odontoiatrico

Anche una cattiva occlusione (mancanza di denti, affollamento dentale, deglutizione scorretta) può portare a utilizzare una posizione del capo sbagliata e conseguentemente modificare la curva cervicale… e tutto il corpo si adatta. Protesi, bite, ortodonzia possono essere programmati per ridurre i tempi di intervento e quindi i costi.

Vertigini

Il maggiore controllore dell’equilibrio è il vestibolo, ma anche l’orecchio esterno svolge numerose funzioni. Tuttavia un problema di vertigini può avere diverse cause. Con Lizard diventa facile procedere per esclusione senza dover girare varie strutture cliniche.

Ortopedia

In tutte le discipline mediche la clinica è sovrana, ma verificare la risposta del nostro organismo a qualsiasi stimolo è una cosa che non può essere accertata solo visivamente. Forzare una persona a stare dritta senza eliminare le cause che le fanno assumere una postura sbagliata, può essere un rimedio peggiore del male. L’Ortopedico è molto attento a questi risvolti e ne fa uso in tutti i casi.

Fisiatra e Riabilitazione

La riabilitazione non finisce quando scompare il dolore. A quel punto resta molto da fare poichè gli atteggiamenti assunti durante la convalescenza hanno bisogno di ricreare la memoria della postura corretta, compatibilmente con le condizioni anatomiche: Lizard vi propone piacevoli esercizi bio feedback.

Problemi Dismetabolici

Si dice che il cibo è l’unico farmaco che assumiamo per tutta la vita. Dieta non significa mangiare poco e non tutti abbiamo bisogno degli alimenti. Un esame in pedana potrà dirci se abbiamo bisogno di una visita dietologica o meno.

Osteopatia Chiropratica

È cresciuto in questi anni il ricorso alle medicine complementari, anche se la scienza ufficiale continua a non dare un pieno riconoscimento. Lizard permette di dimostrare l’efficacia delle terapie in maniera assolutamente oggettiva e indiscutibile.

In conclusione…

Dieci minuti basteranno per raccogliere informazioni valide per tutti gli specialisti. L’esame non è invasivo e può essere fatto a qualsiasi età a partire dagli otto anni. Con una sola rilevazione, della durata di meno, si possono ottenere decine di grafici.


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