Da Belén a Nainggolan, i segreti per un sorriso da star.

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15 gennaio 2019 DossierNews

Belén Rodriguez, Radja Nainggolan, ma anche Marco Borriello, Filippo Bisciglia, Alessandro Florenzi e il premio Oscar Dustin Hoffman.
La lista è interminabile e tutti, ma proprio tutti, oggi vogliono un sorriso perfetto. Per essere impeccabili in foto, sul set o in televisione e brillare, sorridendo, nel firmamento dello showbiz. Tanti i trucchi e i segreti che nascondono la ricerca di una perfezione, quasi maniacale, per i volti noti dello spettacolo.

 

Quali sono i segreti per un sorriso da star?

Da quando il sorriso in tv e sui social network è diventato uno strumento di comunicazione così importante, si cerca un’odontoiatria estetica ancora più maniacale e attenta ai particolari. Esistono delle tecniche che prevedono di ottimizzare il sorriso in modo perfetto.

Il bianco dello smalto è scontato, così come l’allineamento dentale. Ci sono però microtecniche non conosciute che permettono di avere quell’effetto televisivo, mediatico e fotografico con armonizzazione del sorriso in virtù delle linee del labbro, del viso, degli occhi e del colore dei capelli.

Si cerca la perfezione, non basta più un dente bianco e allineato. Quindi un sorriso uniforme e aperto con un effetto equilibrato nel rapporto dentatura-labbro, ma anche viso e naso.
In sintesi rapportato alla fisionomia.

Da Belén Rodriguez a Radja Nainggolan, cosa chiedono nello specifico le celebrity dello showbiz e dello sport per avere un sorriso impeccabile?

Nel mondo dello spettacolo, soprattutto la parte televisiva femminile richiede la perfezione. Si cerca di avere uno smalto sempre più bianco, un sorriso allineato senza zone d’ombra e vie di fuga buie (i denti dietro ai canini).

Un sorriso omogeneo con più denti visibili possibili. Dove esiste un sorriso frontalmente bello, ma che poi non si estende ai molari e ai premolari, si cerca di espanderlo visivamente con faccette o con mascherine invisibili.

E nel mondo calcio, invece?

Nel calcio si cerca poco la perfezione estetica. Al massimo uno sbiancamento.

Il calciatore non richiede la bellezza e si sta infilando nell’idea di ottimizzare la bocca per avere un risultato positivo a livello sportivo.

 

In che modo?

La bocca può essere responsabile di una performance alterata e di una recidiva degli infortuni muscolari.

Come?

Un dente del giudizio mal posizionato può generare una pubalgia. Con un esame radiologico accurato il calciatore sa che è possibile identificare tale patologia grazie a questo tipo di analisi.

 

Ma cosa significa “odontoiatria olistica”?

Curare il paziente e non il dente. L’iperspecializzazione nel tempo ha portato il medico a perdere il concetto di cura del paziente. Una volta il medico di base,
da un punto di vista internistico, aveva una risposta per tutto.

Oggi si è perso l’approccio del medico di base e si ricerca l’iperspecialista per il problema cutaneo, il problemino intestinale o diagnosi particolari. Va tutto bene, però si è perso l’approccio globale. E, a maggior ragione, nella parte odontoiatrica.
Non si cura il dente fino a se stesso, ma il dente che sta in una bocca, che a sua volta sta nel cranio, che sta nell’individuo nella sua totalità.

Un esempio?

L’otturazione di piombo, usata in questi anni, ha causato molte allergie cutanee e metaboliche. Tanti problemi di occlusione generavano danni alla colonna vertebrale e l’odontoiatria olistica si occupa proprio di questo.

Dobbiamo essere noi dentisti ad accorgercene intercettando una problematica in bocca e cercando di capire fino a che punto può danneggiare il paziente.

Per avere un sorriso da star ci sono alimenti consigliati e altri che è meglio evitare.

Perché i pigmenti rischiano di rovinare lo smalto. Qualche consiglio?

Il consiglio è quello di utilizzare il più possibile prodotti biologici. Bisogna essere attenti da un punto di vista chimico su cosa ci mettiamo in bocca, anche sul piano alimentare.
Gli alimenti hanno paradossalmente una funzione che è più intelligente di un dentifricio generico. Attenti, dunque, agli alimenti pigmentanti come il vino rosso, il tè, il mirtillo, il caffé, la curcuma, tutto ciò che sconsigliamo nei tre giorni successivi allo sbiancamento.

Ci sono poi prodotti che per consistenza aiutano a detergere il dente, quindi materie prime vegetali come le mandorle, le noci, il finocchio, la carota e il sedano che con la masticazione lo puliscono in modo biologico.

E i comuni mortali? Cosa possono fare a casa per avere un buon sorriso e quali sono i rimedi homemade che consiglierebbe?

Il segreto è una buona igiene orale.

La ricerca dello spazzolino adeguato è, purtroppo, nelle mani del dentista.

Spazzolino elettrico o manuale?

Il dilemma è proprio questo. Non possiamo fare da soli. Lo spazzolino elettrico è di sicuro quello più efficace. Rimuove più placca, arriva ovunque, la testina è piccola e, di base, lo utilizzo da venti anni.

Ma non tutte le bocche possono permetterselo. Ci sono denti che hanno una gengiva più sottile, uno smalto più delicato e, in questi casi, uno spazzolino elettrico potrebbe avere una funzione peggiorativa.

Consuma di più lo smalto e rovina la gengiva. Anche gli spazzolini manuali non sono tutti uguali: esistono quelli con le setole morbide, medie e dure che il dentista deve saper consigliare in base alla sensibilità del paziente. Quindi l’utilizzo va personalizzato.


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14 gennaio 2019 Dossier

L’alito cattivo, tra storia e scienza.

1. UN PROBLEMA ANTICO. 

Potete anche proclamare le verità più sacrosante, ma se siete affetti da alito cattivo (alitosi è il termine scientifico) non otterrete mai la dovuta credibilità (o un posto al colloquio di lavoro).

E lo stesso vale se il vostro fisico, charme e
simpatia sono una calamita per eventuali partner: l’alitosi è in grado di vanificare ogni tentativo di corteggiamento.
La lotta quotidiana contro l’alito cattivo, a quanto pare, era ben nota anche agli antichi.

Non a caso 5.000 anni fa i babilonesi provavano già a spazzolare via dalla bocca odori indesiderati con dei ramoscelli, mentre gli egizi inventarono
le prime mentine 3.000 anni fa.

2. CAUSA DI DIVORZIO TRA GLI EBREI.

Questo problema non era affatto considerato minore: nella Torah veniva condannata come una seria disabilità, al punto che poteva essere ragione di divorzio.

3. IL FIATO CATTIVO PUÒ ANCHE CAMBIARE IL CORSO DELLA STORIA.

Shah-Nameh (letteralmente «Il Libro dei Re») è una vasta opera poetica scritta dal poeta persiano Ferdowsi, risalente al X secolo, che racconta il passato mitico e storico della Persia.

Nel libro si narra della giovane sposa Nahid che viene ripudiata e rispedita in Macedonia dal suo neo-marito, il re persiano Darab, per via del suo alito.

La giovane nel frattempo però era rimasta incinta e una volta tornata a casa partorisce un figlio, che verrà chiamato Iskander, e che diventerà il più famoso macedone di tutti i tempi: Alessandro il Grande.

4. QUAL È LA CAUSA?

Un italiano su 4 ha l’alito cattivo abitualmente.

Nella maggior parte dei casi i colpevoli sono dei batteri invisibili che se la spassano sulla nostra lingua e le nostre gengive, e che dopo aver banchettato con parti minuscole di cibo, gocce di liquido nasale o tessuti del cavo orale emettono gas, specialmente solfati, mal tollerati dalla maggior parte dei nasi.
Sono pochi gli odori che hanno origine nello stomaco e non hanno niente a vedere col cavo orale. Molto comune, invece, è l’alitosi da parodontopatie, cioè da infiammazioni e infezioni del parodonto, il tessuto di sostegno dei denti, che provocano il sanguinamento delle gengive.

Secondo alcune ricerche, a soffrirne in maniera lieve o avanzata sarebbe addirittura il 62% degli italiani.

5. PERCHÉ L’AGLIO FA PUZZARE L’ALITO?

Tutta colpa dell’allicina, molecola instabile responsabile del caratteristico odore dell’aglio. Questa si trasforma rapidamente in composti solfurei, che “regalano” all’alito il suo tono pungente.

Il corpo metabolizza la maggior parte di queste molecole nel giro di poche ore, a eccezione del solfuro di metil-allile, che può rimanere in circolo anche fino a due giorni e una volta giunto ai polmoni ripresentarsi nel respiro (è anche responsabile dell’odore agliaceo di sudore e urina).

Lavarsi i denti può mascherare il forte odore dell’aglio, e anche alcuni cibi (kiwi, spinaci, prezzemolo, basilico, latte, funghi e riso)
possono essere dei buoni alleati contro l’alito cattivo, degradando o intrappolando i composti solfurei.

6 . QUATTRO CIBI (E UN NEMICO) CHE CAUSANO L’ALITO CATTIVO.

Aglio e cipolla non sono i soli a favorire l’alito cattivo. C’è anche il caffè, per esempio: la caffeina rallenta la produzione della saliva, che ha il compito principale di lavare via i batteri e tenere la bocca pulita; lo stesso meccanismo vale per il vino.

Gli aminoacidi contenuti nel formaggio favoriscono la formazione di composti solforati volatili molto pestiferi; lo stesso meccanismo vale per le carni rosse. Infine il fumo: favorisce l’alito cattivo (oltre a creare guai ancora peggiori).

7. DENTI E PAVIMENTI PULITI.

Se il fiato pesante era considerato un flagello già nell’antichità, bisogna aspettare la fine del XIX secolo affinché venga riconosciuto come diagnosi medica.

Solo allora il termine alitosi inizia a diventare comune, grazie anche agli sforzi non di certo disinteressati di un’azienda chiamata Listerine. Fino agli inizi del ‘900 Listerine produceva un antisettico multiuso, venduto anche come disinfettante chirurgico o lava pavimenti.
Ma Gerard Barnes Lambert, uno degli eredi dell’impresa, spinse negli anni’20 per campagne pubblicitarie incentrate sull’uso di Listerine come collutorio.
L’alitosi veniva dipinta come una disgustosa condizione medica capace di compromettere la vita sentimentale o gli affari. La nostra moderna fobia verso
l’alito cattivo, e la paura di non essere accettati a causa di questo disturbo, ha origine proprio in quegli anni.

8. COME CAPIRE SE SIAMO “TOSSICI”?

Conoscendo le cause dell’alitosi, gli scienziati hanno escogitato modi per combatterli.

O prevenirli: dato che nessuno può percepire la qualità del proprio fiato ma una persona su 5 soffre spesso di alitosi, Mel Rosenberg, medico e fondatore della Società internazionale per le ricerche sull’alito cattivo, ha creato un test, “Ok to kiss” (“baciabile”), che permette di valutare il proprio alito, misurando il beta-galattosidasi.

Si sputa in un cucchiaio trattato chimicamente: se diventa blu, meglio rinunciare ai baci.

9. RIMEDI NATURALI.

Per combattere l’alito cattivo Plinio il Vecchio (23-79) suggeriva cenere di testa di lepre o i denti di asina, latte d’asina, polvere di corna di cervo e pietra pomice.

Oggi ricorriamo a caramelle al mentolo o a chewing-gum che hanno però controindicazioni, effetto limitato e con lo zucchero possono, dopo un primo sollievo, peggiorare la situazione. L’alternativa naturale ad essi è rappresentata dai chiodi di garofano, da masticare al momento del bisogno.
Come detto, poi, anche alcuni cibi (kiwi, spinaci, prezzemolo, basilico, latte, funghi e riso) possono essere dei buoni alleati contro l’alito cattivo, degradando o intrappolando i composti solfurei.

10. VITTORIA DI PIRRO.

Tra spazzolino, collutorio e filo interdentale, le armi a nostra disposizione ci permettono finora solo vittorie momentanee.

Ma un atteggiamento più aggressivo non porterebbe da nessuna parte: la guerra di sterminio toglierebbe di mezzo anche le comunità batteriche che contribuiscono positivamente all’ecosistema della bocca.
Meglio un approccio più integrato, magari impiantando nel cavo orale precise comunità batteriche, affinché tengano sotto controllo la proliferazione di quelle
più problematiche, senza eliminarle del tutto.

11. HITLER E L’ALITO CATTIVO.

Hitler aveva una vera passione per il cioccolato, la panna e i dolci in generale. Il che gli provocò numerosi problemi ai denti. Il dittatore nazista però aveva il terrore del dentista e non si faceva curare.

Così, i denti guasti alla lunga provocarono a Hitler una perenne alitosi.


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28 maggio 2018 News0

Sostieni la Fondazione ANDI Onlus

Fondazione ANDI onlus da anni aiuta i dentisti volontari a portare cure a chi ne ha più bisogno, sia in Italia che nei Paesi più poveri.

Aiuta ad assistere i bambini in difficoltà e affetti da malattie rare. Aiuta a organizzare attività sul territorio per sensibilizzare le persone contro il tumore del cavo orale e le apnee notturne. Molte sono le attività attivate dalla Fondazione ANDI che i Dentisti volontari stanno portando avanti come molti i progetti di ricerca finanziati. Una mano la possono dare anche i cittadini destinando il loro 5×1000 a Fondazione ANDI onlus. In questo modo aiuti gli altri e aiuti anche un po’ te stesso. Destinare il 5×1000 delle tue tasse a Fondazione è facile e non costa nulla, perché si tratta di una tassa che andrebbe comunque allo Stato: indica il C.F.:085711510.

Secondo i dati dell’OMS, il 60-90% dei bambini in età scolare, in tutto il mondo, hanno carie dentale mentre la malattia parodontale si riscontra nel 5-20% degli adulti di mezza età, con tasso variabile tra le regioni geografiche. In Italia, la malattia cariosa, a 4 anni di età, vede l’interessamento del 21,6% degli individui; a 12 anni sono affetti da carie il 43.1% degli individui, mentre nella fascia di età compresa tra i 19 e i 25 anni l’88,2% delle persone presentano lesioni cariose. Relativamente alla malattia parodontale, negli individui di età maggiore di 35 anni, tale patologia si manifesta nel 60% degli individui per raggiungere l’80% nelle persone di età superiore ai 55 anni. Quadri clinici di edentulismo sono presenti nel 6.7% degli individui di età superiore ai 45 anni e nel 60% delle persone con età maggiore di 80 anni. Il carcinoma orale, invece, si manifesta con una frequenza di 8,44 casi/100.000 uomini e 2.22 casi/100.000 donne. Il fardello delle malattie orali e delle altre malattie croniche può essere ridotto affrontando in modo simultaneo i fattori di rischio comuni, come fumo e alimentazione scorretta. Una diminuita assunzione di zuccheri ed una alimentazione equilibrata aiutano a prevenire la carie e la prematura perdita dei denti. Smettere di fumare e ridurre il consumo di alcol diminuiscono il rischio di cancro orale, malattia parodontale, perdita dei denti. Il consumo di frutta e verdura ha un’azione protettiva contro il cancro orale. L’utilizzo di fluoro, specie per via topica, aiuta a prevenire la carie nei bambini e negli adulti. Utilizzando queste strategie di prevenzione, l’elevato costo delle cure dentali può essere evitato e il peso delle malattie orali ridotto. La corretta prevenzione primaria e secondaria delle patologie di maggiore rilevanza sociale, carie e malattia prodontale, consente di evitare l’insorgere dei quadri clinici più gravi per esempio l’edentulismo che comportano invalidanti menomazioni psico-fisiche e impegno di cospicue risorse finanziarie per la terapia e la riabilitazione attraverso interventi protesici. La prevenzione e corretti stili di vita sono alla base per prevenire le malattie del cavo orale soprattutto se attivate fin da piccoli. Lavarsi i denti dopo ogni pasto ed effettuare regolari visite di controllo dal dentista e sedute di igiene fin dall’età evolutiva, sono i consigli base per mantenere sani denti e gengive.


Il tuo dentista consiglia

Masticare cibi ricchi di fibre, inoltre, contribuisce a detergere i denti e a stimolare la produzione di saliva, che contiene molteplici sostanze salutari per il benessere dei tessuti dentari e aumenta il pH della placca.

Lo sapevi che?

L’erosione dentale è un problema emergente negli adolescenti a causa dell’assunzione di bevande a base di frutta e quelle analcoliche, come soft-drink e energy-drink. Queste bevande oltre a contenere elevate quantità di zuccheri, sono anche acide producendo danni allo smalto, rendendolo meno duro e facilmente asportabile.

Neymar si prepara ai mondiali

Cominciano i raduni delle nazionali di calcio che parteciperanno ai mondiali di Russia 2018. Tra le pretendenti al titolo certamente il Brasile alle prese con il recupero di uno dei suoi campioni: Neymar. L’ex giocatore del Barcellona ed attuale punta del PSG negli ultimi mesi è stato afflitto da problemi fisici e lo staff tecnico del Brasile sta lavorando per averlo in piena forma. Nei giorni scorsi la nazionale brasiliana si è ritrovata un una “farm” di Rio de Janeiro per effettuare le visite mediche e le prime sedute di preparazione. Sorvegliato speciale proprio Neymar che è stato sottoposto anche ad una accurata visita odontoiatrica: non possiamo compromettere la rincorsa alla Coppa per un banale mal di denti avrebbero riferito i dirigenti brasiliani alla stampa.


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2 maggio 2018 News0

Il 5 maggio visite gratuite nelle piazze italiane

Il tumore del cavo orale è tra le forme tumorali più diffuse al mondo ed ogni anno, un’adeguata prevenzione e soprattutto una diagnosi precoce, sono gli unici strumenti capaci di garantire uno standard di sopravvivenza dell’80%. Sabato 5 maggio 2018 i Dentisti ANDI saranno presenti in tutte le piazze italiane per l’Oral Cancer Day. Una intera giornata dedicata alla sensibilizzazione e all’informazione dei cittadini verso la prevenzione di questa forma tumorale attraverso l’insegnamento di alcune semplici pratiche, come l’autoesame della bocca e la diffusione di alcuni pratici consigli, come adottare uno stile di vita corretto, che ne prevenga l’insorgenza. Anche per questa edizione dell’Oral Cancer Day Fondazione ANDI può contare sulla collaborazione con CAO Nazionale (Commissione Albo Odontoiatri), Cenacolo Odontostomatologico Italiano, Società Italiana di Patologia e Medicina Orale e Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero Professionisti. VISITA IL SITO: www.oralcancerday.it

Il tumore del cavo orale è una forma di cancro che colpisce le cellule di rivestimento della bocca, sviluppandosi più frequentemente su lingua, mucosa delle guance, pavimento della bocca, orofaringe e tonsille. Rappresenta il 5% dei tumori nell’uomo e l’1% nella donna ma la sua incidenza complessiva è in aumento. In Italia fa registrare ogni anno oltre 9.000 nuovi casi con una mortalità, a 5 anni dalla diagnosi, di oltre il 43%. Quando però questo tumore è intercettato e curato nella sua fase iniziale è possibile ottenere un tasso di guarigione di oltre l’80%, con interventi terapeutici poco invasivi. Da qui la fondamentale importanza di un’adeguata prevenzione e di una diagnosi precoce. Nella sua fase iniziale, il tumore del cavo orale si presenta frequentemente attraverso lesioni pre-cancerose come macchie o placche bianche e/o rosse, piccole erosioni o ulcere all’interno della bocca. Sottoporsi a uno screening puntuale e periodico, eseguito da uno specialista, è fondamentale per capire se queste lesioni siano una patologia non evolutiva o se rappresentino lo stadio iniziale di un vero e proprio tumore. Fattori di rischio: Fumo e alcol sono tra i primi fattori di rischio del tumore del cavo orale: nel 75% dei casi, infatti, questa forma di carcinoma è legato all’abuso di queste sostanze. La loro combinazione, in particolare, aumenta la probabilità di sviluppare la malattia di ben 15 volte. Il 90% dei soggetti affetti da carcinoma orale sono fumatori abituali. Altri fattori di rischio da non sottovalutare riguardano la presenza di alcune infezioni, specie quelle causate dal Papilloma Virus (HPV 16) che colpiscono prevalentemente i giovani. La causa principale è rappresentata dal sesso orale non protetto. L’eccessiva esposizione ai raggi solari può essere responsabile della comparsa di carcinomi alle labbra. Una dieta povera di frutta e verdura, che determini carenze vitaminiche importanti, può essere anch’essa un nemico per la salute del cavo orale. Fondamentale è il ruolo delle vitamine antiossidanti A, C ed E, contenute nella verdura e nella frutta di colore rosso, giallo e verde, in grado di eliminare radicali liberi dalle cellule danneggiate. Un adeguato supporto di nutrienti variati, appartenenti alla cosiddetta dieta mediterranea, oltre che un corretto assorbimento di ferro, vitamina B12 e acido folico rappresentano fattori di estrema importanza nella prevenzione di questa forma tumorale.


Il tuo dentista consiglia

Se sei un fumatore, un consumatore di bevande alcoliche o se noti delle particolari lesioni o macchie su guance e gengive, effettua una visita dal tuo dentista di fiducia.

Conoscere e prevenire il tumore del cavo orale

Lo sapevi che?

I microtraumi continui, causati da protesi dentarie irritanti, denti scheggiati o fratturati, insieme a una cattiva igiene orale, sono fortemente associati all’insorgenza del tumore del cavo orale.

Guardati in bocca

L’auto-esame della bocca è uno strumento fondamentale per la prevenzione. Il tumore del cavo orale si presenta nella maggior parte dei casi come una modificazione di colore della mucosa che normalmente sono rosee e morbide alla palpazione. Le sedi maggiormente colpite sono la lingua e il pavimento della bocca, oltre alle zone di confine con la faringe. Oltre alle “macchie sospette”, tra i sintomi che potrebbero suggerire la presenza di questa neoplasia ci sono dolore o bruciore di natura sconosciuta persistente alle labbra, alla bocca o in gola, sanguinamento o intorpidimento all’interno della bocca, mal di gola che non guarisce o sensazione della presenza di un corpo estraneo in gola, difficoltà o dolore durante la masticazione o la deglutizione, modificazioni della voce, dolore alle orecchie, ferite o placche rosse o biancorossastre che sanguinano e tardano a rimarginarsi, difficoltà crescente a una corretta masticazione.

Conoscere e prevenire il tumore del cavo orale


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3 aprile 2018 News0

Tutela della salute orale primo obiettivo dei Dentisti ANDI

Il 20 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute Orale, una ricorrenza voluta da FDI – World Dental Federation – per incentivare le persone, le comunità e le istituzioni ad agire per ridurre l’impatto delle patologie del cavo orale. La manifestazione ha coinvolto oltre 70 paesi in tutto il mondo con numerose iniziative dirette al pubblico e ai professionisti del settore. La consapevolezza di come una bocca sana porti inevitabilmente ad un migliore stato di salute è stato il tema e l’obiettivo principale della Giornata Mondiale della Salute Orale. Per i Dentisti ANDI la salvaguardia della salute orale è una mission che dura 365 giorni all’anno e sono moltissime le iniziative attivate da ANDI e dalla Fondazione ANDI onlus per sensibilizzare i cittadini sulle patologie di salute orale che possono compromettere la salute generale degli individui. La salute della bocca e quella generale sono correlate: molte patologie aumentano il rischio di malattie del cavo orale e viceversa. E gli esempi toccano il diabete che aumenta il rischio di parodontite o della parodontite che influisce sulle malattie cardiovascolari. L’invito dei dentisti è quello di effettuare una corretta igiene orale ma anche seguire stili di vita sani, come una dieta con molta frutta e verdura, il non fumare oltre ad un moderato consumo di alcolici.

“Le notizie dei presunti danni alla salute per l’esposizione ai raggi durante le radiografie dal dentista sono una fake news”. A dirlo sono i dentisti ANDI a proposito di quanto pubblicato dalla stampa sul tema della presunta pericolosità delle radiografie da parte del dentista. È corretto sensibilizzare i pazienti affinché richiedano che eventuali tomografie computerizzate (le cosiddette TAC) siano eseguite solo se necessario, spiegano i dentisti ANDI, ma questi esami vengono svolti in casi eccezionali, solo per preparare importanti interventi di riabilitazione e non come esami di routine. Le normali “lastrine”, le piccole radiografie che il dentista esegue per verificare lo stato di salute di un singolo dente hanno una emissione di radiazione quasi inesistente, come rilevano anche le linee guida che il Ministero della Salute ha pubblicato di recente. Rimane corretto evidenziare, fanno notare da ANDI, come l’esame radiografico debba essere eseguito solo quando necessario e non per ogni visita come molte pubblicità di centri odontoiatrici propongono per attirare l’attenzione di ignari cittadini. Questo rappresenta un abuso del presidio diagnostico che dev’essere impedito, soprattutto se il paziente viene sottoposto all’esame senza una visita preliminare da parte di un dentista regolarmente abilitato, che ne giustifichi la prescrizione. Sul fronte rischi per la salute, ANDI ricorda che gli apparecchi radiografici presenti negli studi sono controllati con cadenza biennale da tecnici specializzati, che confermano regolarmente che gli apparecchi per radiografie endorali e gli ortopantomografi oggi in uso emettono pochissime radiazioni e i presidi utilizzati negli studi sono assolutamente idonei a proteggere i pazienti. L’esame radiografico viene eseguito seguendo i principi di giustificazione ed ottimizzazione previsti dalla legge 187/2000 ed escluso in particolari situazioni, come ad esempio per le donne in gravidanza o i malati di tumore. Se si viene a conoscenza di uso non necessario va assolutamente segnalato alle autorità competenti perché intervengano.


Il tuo dentista consiglia

La presenza sulle mucose del cavo orale di una tumefazione persistente, di una macchia bianco rossastra che non si risolve, di una ferita che non si rimargina sono possibili segnali di allarme perché potrebbero essere la manifestazione di una lesione pre tumorale o tumorale del cavo orale. Effettua subito una vista dal tuo dentista.

Lo sapevi che?

Gli esami diagnostici, tanto più quelli radiografici, non devono sostituire il dentista nella diagnosi ma supportarlo. Sono la professionalità e la competenza del clinico che consentono di individuare l’eventuale patologia.

La blogger con i “dentisti in famiglia”

E’ tra le protagoniste indiscusse del web ed in questi giorni, dopo la nascita di Leone, lo è ancora di più. Parliamo di Chiara Ferragni una delle fashion blogger più famose al mondo, compagna del rapper Fedez. Pochi sanno che l’odontoiatria è molto presente nella vita della Ferragni in quanto il padre Marco e una delle due sorelle, Francesca, fanno di professione il dentista.


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2 marzo 2018 News0

Traumi dentali, le linee guida ministeriali

Nel 2013 il Ministero della Salute ha pubblicato sul proprio sito le “Linee guida nazionali per la prevenzione e la gestione clinica dei traumi dentali negli individui in età evolutiva”.

Linee guida particolarmente attuali in considerazione della necessità di divulgare delle raccomandazioni in materia di prevenzione, diagnosi e cura dei traumi dentali che rappresentano una delle emergenze odontoiatriche più frequenti nel bambino. L’obiettivo del documento è quello di offrire indicazioni univoche, condivise e basate sulle migliori evidenze scientifiche disponibili. Linee guida che sembrano necessarie visto che la maggior parte della letteratura, oggi disponibile, sottolinea che spesso la conoscenza delle corrette procedure da seguire in presenza di un trauma dentale è insoddisfacente: solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. Scuola, ambiente domestico, ambiente sportivo e strada sono le sedi dove con maggiore frequenza si verificano eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile mettere in atto idonee misure di prevenzione. Strategie di prevenzione dei traumi dentari e di educazione alla salute, Protocollo di primo soccorso nel trauma dentale, certificazione del trauma, trauma dentale e maltrattamenti/abusi su minori alcuni degli argomenti che compongono il lavoro pubblicato che trovate sul sito del Ministero della salute sezione denti e bocca

Quella della frattura degli incisivi è sicuramente una problematica frequente che colpisce certamente i più piccoli ma anche gli adulti. La causa principale è un trauma, una forte botta accidentale causata da una caduta, un incidente, oppure durante l’attività sportiva praticando sport di contatto o pericolosi senza l’utilizzo di dispositivi di protezione. I bambini sono quelli più soggetti ai traumi dentali, fortunatamente in molti dei casi i denti coinvolti sono quelli decidui (fino agli 8 anni circa). Se il trauma scheggia solamente il dente il dentista può decidere se semplicemente smussare la parte fratturata, in modo che non tagli e provochi lesioni alle labbra o alla lingua, oppure ricostruire la parte scheggiata. Diverso se la frattura è più estesa e coinvolge la polpa del dente (la parte vitale). In questo senso il dolore può essere forte e si deve intervenire con una cura adeguata.Per capire l’intervento da fare servono accertamenti diagnostici ed in caso di denti decidui l’estrazione può essere la soluzione più idonea. In caso la frattura coinvolga denti permanenti, si deve valutare l’entità della stessa. Anche in questo caso se è minima e non ci sono esigenze estetiche particolari è possibile smussare la parte fatturata in modo che non “tagli” i tessuti che vengono in contatto con la superficie del dente fratturato. Per ricostruire la parte fratturata le soluzioni possono essere varie e la scelta è sulla base delle esigenze del paziente e della situazione clinica. Sintetizzando, le soluzioni possono essere cliniche, ricostruendo la parte mancante direttamente con materiale estetico oppure protesiche, attraverso faccette in materiale composito o ceramico oppure con corona.


Il tuo dentista consiglia

Per proteggere il tuo sorriso da traumi durante l’attività sportiva è consigliabile l’utilizzo di un paradenti realizzato su misura. Quelli adattabili presenti in commercio, invece, non garantiscono una protezione adeguata.

Lo sapevi che?

Un trauma può non “spezzare” il dente ma comprometterne la salute portando alla necrosi del nervo/polpa del dente. Spesso solo il dentista, attraverso analisi diagnostiche, può capire se il dente ha subito lesioni. A distanza di tempo un dente traumatizzato può cambiare colore e subire un “annerimento”. In questo caso devitalizzazione e ricostruzione protesica sono le soluzioni che possono essere adottate

Il sorriso che contagia!

Il suo sorriso ha contagiato gli spettatori dell’ultimo Festival di Sanremo, per alcuni fin troppo presente. Ma quello di Michelle Hunziker che contagia, piace anche quando è dietro al bancone di Striscia la Notizia. Nel 2016 un sondaggio effettuato sul web aveva indicato come il suo come sorriso più invidiato dagli italiani, con il 53% dei voti, mentre il 22% avrebbe voluto avere quello di Nina Zilli.


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29 gennaio 2018 News0

Smaschera il finto dentista con un’App!

Si chiama DentistInApp e consente di scoprire con il proprio smartphone se ci si sta affidando a un dentista abilitato o se si è finiti nelle mani di uno dei 15 mila imbroglioni senza scrupoli che, secondo le stime della Commissione Albo Odontoiatri, si finge dentista truffando e creando danni alla salute ad ignari pazienti.
Realizzata dalla CAO nazionale la App è scaricabile gratuitamente dagli store Android e Apple. Grazie allo strumento, digitando in una delle sue schermate il nome del dentista o presunto tale, si può verificare in una manciata di secondi se è davvero specializzato e iscritto all’Albo professionale e quindi legittimato ad esercitare. Se non è un dentista abilitato è possibile segnalarlo in forma anonima in modo che le autorità competenti effettuino i controlli del caso. Attraverso l’App è possibile ottenere anche informazioni sulla salute orale. Per cercare, invece, il dentista ANDI più vicino a te basta andare sul servizio Trova Dentisti ANDI al sito dentistitrova.andi.it.

Dottore, ma è meglio lo spazzolino elettrico o quello manuale?
È la domanda che i dentisti ANDI si sentono fare più spesso durante le sedute di igiene e quelle di insegnamento alle corrette pratiche di igiene orale domiciliari.
Una domanda che sembra banale ma che non lo è, come molto personale è la risposta.
Per dare una corretta risposta bisogna ricordare che la placca dentale è un biofilm che va disgregato con una azione meccanica e che il ruolo del dentifricio è di protezione ma non di rimozione.
La scelta dello strumento per la rimozione della placca – spazzolino elettrico o manuale – è essenzialmente legata alla “manualità” del paziente, alla sua capacità di utilizzarlo.
Indubbiamente lo spazzolino manuale, usato correttamente, consente di controllare meglio il movimento e quindi di andare a pulire con precisione determinate zone. Inoltre la varietà di prodotti in commercio permette al dentista di prescrivere lo spazzolino più adatto alle esigenze cliniche del singolo paziente. Quello elettrico è sicuramente più “comodo” da utilizzare ed è adatto alle persone che faticano più di altre a spazzolare, per esempio bambini e persone anziane.
Ha una buona azione pulente anche negli spazi interdentali ed una maggiore capacità di rimuovere pigmenti superficiali riducendo la formazione del tartaro. La scelta quindi dipende da molti fattori ed il vostro dentista ANDI saprà sicuramente consigliarvi. La scelta e l’efficacia dell’uso è variabile e dipende molto dalla manualità del paziente, dall’anatomia della dentatura, dalla patologia predominante, dalla situazione delle gengive. Indifferentemente poi dallo strumento che si utilizza, fondamentale rimane il modo di utilizzarlo ed il tempo. Sia quello elettrico che manuale devono essere utilizzati per un tempo che va dai 2 ai 3 minuti, spazzolando con metodo ogni quadrante delle arcate dentarie e devono essere sostituiti ogni 3-4 mesi oppure ogni volta che le setole risultino piegate per non danneggiare le gengive.


Il tuo dentista consiglia

Non solo denti e gengive vanno “spazzolate”, anche la lingua merita attenzioni. L’obiettivo è quello di rimuovere i microrganismi responsabili dell’alitosi. La pulizia della lingua va effettuata con appositi strumenti che possono essere temporaneamente sostituiti dallo spazzolino.

Lo sapevi che?

Per permettere alla saliva di intervenire e produrre sostanze che combattono i batteri che provocano la carie dentale è consigliabile lavarsi i denti non prima di 20 minuti dopo i pasti.

Ballando dal dentista passa la paura!

Come vi comportereste se prima di una estrazione o una cura il vostro dentista vi chiedesse di fare un balletto con lei? Stando alle visualizzazione su Youtube dei video dello studio odontoiatrico Patricia London nella Carolina del Nord, negli USA, apprezzereste.

La dentista Tracy Driver, circa un anno fa, ha deciso di ballare e cantare per distrarre i pazienti più paurosi e metterli a proprio agio, riprendendoli. I video hanno spopolato in rete raccogliendo migliaia di visualizzazioni.


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11 gennaio 2018 Dossier0

Che differenze ci sono tra i denti da latte e quelli permanenti?

Rispetto ai denti permanenti, quelli decidui sono più piccoli, hanno un colore più chiaro, sono di forma più arrotondata ed hanno una camera pulpare più ampia. La carie nei bambini raggiunge, pertanto, rapidamente la polpa.

Perché si chiamano denti da latte?

I denti decidui vengono comunemente chiamati denti da latte perché hanno una colorazione che ricorda molto quella del latte.

Quanti sono?

I denti decidui sono 20:

  • 8 incisivi
  • 4 canini
  • 8 molari

Quando escono i primi dentini?

Non c’è un momento preciso in cui iniziano a spuntare i denti da latte, i tempi variano da bambino a bambino. In linea generale i dentini cominciano la loro eruzione intorno ai 6-8  mesi. I primi a spuntare sono gli incisivi anteriori inferiori e poi man mano tutti gli altri, seguendo orientativamente quest’ ordine:

Denti inferiori

  • incisivi centrali a 6 – 10 mesi
  • incisivi laterali a 10 – 16 mesi
  • canini a 17 – 23 mesi
  • primo molare a 14 – 18 mesi
  • secondo molare 23 – 31 mesi

Denti superiori

  • incisivo centrale a 8 – 12 mesi
  • incisivo laterale a 8 -13 mesi
  • canini a 16 – 22 mesi
  • primo molare a 13 -19 mesi
  • secondo molare a 25 – 33 mesi

Gengiva livida, può dipendere dall’eruzione dei denti decidui?

In alcuni casi l’eruzione dei denti da latte può essere molto fastidiosa e provocare un ematoma gengivale, che in genere tende a risolversi spontaneamente con l’ eruzione del dente stesso. Per facilitare l’eruzione del dente può essere utile dare al bambino dei massaggiatori gengivali, precedentemente refrigerati, comunemente venduti in farmacia o in alternativa la scorza di pane cotto a legna, sicuramente più gradita dai bambini.

Tuttavia se l’ematoma non si riassorbe nel giro di qualche settimana è consigliabile fare una visita dal pedodontista.

A che età cadono?

I primi dentini cominciano a dondolare e a cadere intorno ai 6 anni per far spazio alla dentizione permanente.

Denti superiori

  • incisivi centrali a 6 – 7 anni
  • incisivi laterali a 7 – 8 anni
  • canini a 10 – 12 anni
  • primo molare a 6- 9 anni
  • secondo molare a 10 – 12 anni

Denti inferiori

  • incisivi centrali a 6 – 7 anni
  • incisivi laterali a 7 – 8 anni
  • canini a 9 – 12 anni
  • primo molare a 6- 9 anni
  • secondo molare a 11 – 12 anni

Cosa fare quando i denti decidui non cadono?

Può capitare che i denti da latte rimangano in arcata per più tempo. Infatti, come dicevamo, l’età in cui spuntano e cadono i denti decidui è indicativa e cambia da bambino a bambino. In ogni caso, se si presenta una situazione simile, è consigliabile far fare una visita di controllo al piccolo per verificare la presenza del dente permanente nella gengiva.

Quando togliere i denti da latte?

In genere un dente deciduo viene estratto quando la carie è talmente estesa da non essere curabile o quando il bambino è vicino alla permuta. Ultima indicazione all’ estrazione si verifica quando il dentino  non cade da solo causando problemi alla dentatura permanente che non riesce a erompere correttamente.

L’estrazione del dente deciduo fa male?

L’estrazione dei denti da latte non è dolorosa quando il dentino è vicino alla permuta. In genere per questo tipo di intervento si utilizza la perfrigerazione, un getto di cloruro di etilene, con cui  si raffredda la zona interessata in modo da anestetizzarla e non far sentire dolore al piccolo paziente. Quando invece il dentino è lontano dalla permuta e le radici non sono riassorbite si ricorre all’anestesia locale, come per le estrazioni dei denti permanenti.

Che succede se un dente da latte cade per un trauma?

Quando il dente viene perso totalmente non si fa nulla, in ogni caso è consigliabile portare il bambino a visita da un dentista il cui intervento sarà mirato a ridurre possibili complicazioni che possono interessare il dente definitivo.

Come si puliscono?

Anche per i denti da latte è importante una corretta igiene orale per evitare l’insorgere di problemi ai denti. Nel primo anno di età quando cominciano a spuntare i primi dentini è sufficiente utilizzare una garza di cotone umida sui denti e sulle gengive.

Dopo l’anno si può iniziare a utilizzare uno spazzolino specifico per bambini per una pulizia più accurata. Il dentifricio dovrà essere inserito successivamente, quando il piccolo avrà imparato a non ingoiarlo.

Quale dentifricio usare?

Un qualsiasi dentifricio specifico per bambini va bene. I dentifrici per bambini, infatti, sono diversi da quelli per adulti in quanto contengono una ridotta percentuale di fluoro.

Quando un dente da latte diventa nero?

I denti da latte possono diventare neri o più scuri per diversi motivi, primo fra tutti la carie. Un dente deciduo può cambiare colore anche come conseguenza di un trauma o assunzione di cibi pigmentanti. In ogni caso dopo una visita di controllo il dentista potrà determinare la causa dei denti neri.

Denti decidui cariati vanno curati?

I denti da latte cariati vanno assolutamente curati e non estratti. I denti cariati dei bambini vengono curati esattamente come quelli degli adulti.

È importante che i denti da latte rimangano in arcata per tutto il tempo necessario perché uno dei loro compiti è mantenere lo spazio per il dente permanente. Se lo spazio non viene mantenuto, c’è il rischio che i denti permanenti crescano storti.

Il rischio che si sviluppi la carie può essere ridotto facendo assume ai bambini una soluzione a base di fluoro dalla nascita fino ai 6-7 anni. In questo modo i denti saranno più resistenti agli acidi prodotti dal batterio responsabile della carie. Le modalità di somministrazione e il dosaggio devono essere definite dal dentista.

Un dente da latte può essere devitalizzato?

Se il processo carioso interessa anche la polpa dentale si procede con la devitalizzazione a meno che il dente non stia già dondolando e quindi si trovi prossimo alla caduta, in questo caso si preferisce l’estrazione.

Si può mettere l’apparecchio con i denti da latte?

Non c’è un tempo prestabilito per iniziare una terapia ortodontica. L’apparecchio può essere messo da piccoli così come in età adulta, tutto dipende dal difetto che bisogna correggere. Se il trattamento indicato è quello ortodontico, non ci sono controindicazioni a iniziarlo anche con i denti da latte. Come sempre ogni caso va valutato a sé e sarà il dentista a consigliare la strada da percorrere.

Dentini con macchie bianche da cosa dipendono?

Le macchie bianche sui denti sono dovute a un eccesso di fluoro. Oltre a un impatto estetico poco gradevole, questo tipo di macchie non creano particolari problemi. Spesso sono i pediatri a consigliare ai genitori l’assunzione di fluoro, tuttavia per evitare un sovradosaggio e la comparsa di macchie bianche è importante che sia un pedodontista a stabilire il dosaggio e i metodi di somministrazione.

I denti decidui hanno la radice?

C’è l’opinione diffusa che i denti da latte non hanno la radice perché al momento della caduta il dente deciduo ne è privo. Ciò succede perché il dente permanente spinge “consumando” la radice del dente da latte.


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2 gennaio 2018 News0

Il nostro sorriso è il primo biglietto da visita da sfoderare ad un colloquio di lavoro o durante un incontro galante. Ecco perché un sorriso smagliante aiuta ad essere più intraprendenti e a sentirsi più sicuri aumentando le nostre probabilità di successo.

Vediamo allora 10 consigli per un sorriso perfetto:

  1. Lavare i denti dopo ogni pasto ricorrendo al filo interdentale.
  2. Fare controlli periodici dal dentista ed effettuare la pulizia dentale professionale ogni 6 mesi.
  3. Limitare l’ assunzione di sostanze acide e ricche di zuccheri come bibite gassate, bevande energetiche, succhi di frutta, caffè, vino rosso e tè, che macchiano lo smalto dei denti e li ingialliscono.
  4. Ridurre al minimo le sigarette. Il tabacco provoca macchie marroni difficili da rimuovere con lo spazzolino ed è causa di alito cattivo e gengiviti.
  5. Sgranocchiare frutta e verdura fresca. Quelle ricche di cellulosa come sedano, carote e mele, esercitano un’azione pulente sullo smalto dei nostri denti senza danneggiarlo.
  6. Consumare latticini. Il calcio è essenziale per la salute dei denti, l’acido lattico infatti aiuta a prevenire la carie e a rafforzare lo smalto e la dentina.
  7. Assumere vitamina C per proteggere la salute della bocca e in particolare delle gengive.
  8. Ridurre i carboidrati assumendoli solo durante i pasti principali. I carboidrati si trasformano in zuccheri semplici che poi i batteri a loro volta trasformano in placca. Durante i pasti principali la saliva viene prodotta in maggiore quantità ed aiuta ed eliminare le particelle residue di cibo.
  9. Non lavare i denti immediatamente dopo aver bevuto bevande zuccherine e gassate, gli acidi combinati all’azione abrasiva dello spazzolino da denti possono infatti erodere lo smalto.
  10. Bere con la cannuccia energy drink e bibite gassate per limitare il loro contatto con i denti e aiutare a preservare lo smalto.

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4 dicembre 2017 News0

Calendario 2018 di Fondazione ANDI onlus

Disponibile anche quest’anno il Calendario 2018 della Fondazione ANDI onlus, con le immagini dell’attività svolta per i numerosi progetti attivi.
Il calendario è disponibile in molti studi ANDI è verrà offerto in cambio di una donazione a favore della Fondazione che servirà per finanziare le tante attività rivolte alla ricerca e all’assistenza odontoiatrica in Italia e nel mondo. “Crediamo che il calendario rappresenti al meglio l’impegno concreto dei volontari e le finalità della nostra associazione: fornire aiuto a coloro che hanno condizioni di disagio fisico, economico e sociale”, dicono dalla Fondazione ANDI onlus ricordando come anche questa iniziativa serva per portare avanti le tante iniziative oggi attive. Per ricevere una copia del Calendario 2018 e per qualsiasi domanda o richiesta in merito, puoi chiamare il numero 02.30461080 o scrivere a: segreteria@fondazioneandi.org

Il processo carioso erode parte dello smalto e della dentina del dente, la cura consiste nell’asportazione della parte “cariata” da parte del dentista.
La parte asportata del dente viene poi ricostruita con materiale da otturazione, se non è molto estesa. Un tempo il materiale utilizzato era prevalentemente l’amalgama dentale, materiale oggi utilizzato in rare situazioni cliniche. Oggi le “otturazioni” vengono prevalentemente realizzate in composito, materiale altamente estetico, che il dentista modella nella cavità del dente ricostruendo l’anatomia originale e ripristinando la funzione masticatoria.
Alternativa all’otturazione in composito è l’intarsio: un dispositivo protesico che permette di conservare la parte del dente rimasta sana e di sostituire la parte compromessa, anche quando questa sia molto estesa, con ottimi risultati estetici e funzionali. L’intarsio viene prevalentemente realizzato sui denti posteriori andando a riempire la cavità creatasi dopo la rimozione dei tessuti cariogeni, rispetto all’otturazione tradizionale ha migliori caratteristiche fisiche, per via dei materiali utilizzati, ed estetiche. In linea generale l’intarsio viene consigliato nei casi in cui si vanno a ricostruire parti più estese del dente rispetto a piccole cavità.
Per realizzare l’intarsio il dentista deve preparare la cavità e rilevare l’impronta che viene inviata al laboratorio odontotecnico per la realizzazione. Con le tecniche digitali, oggi, è possibile realizzare il dispositivo anche direttamente in studio. L’intarsio viene poi “cementato” con tecniche chiamate “adesive” che rendono un tutt’uno dente e dispositivo protesico. Gli intarsi possono essere realizzati in oro (oggi tecnica quasi in disuso per esigenze estetiche) o in materiali estetici come compositi, ceramiche e nuovi materiali.
Tra i vantaggi di questa tecnica ci sono un’altissima durabilità, biocompatibilità ed ottima protezione del dente.


Il tuo dentista consiglia

Una corona o un ponte che si “stacca” dal suo supporto (dente naturale o impianto) è un fattore che può indicare un problema. Le cause possono essere molteplici, da quelle più banali come il fatto che il ponte o la corona era stata cementata provvisoriamente a quelle più gravi che necessitano di un reintervento. Il consiglio è quello, in caso di decementazione – ma anche se si percepiscono “segnali di cedimenti” – di rivolgersi immediatamente al proprio dentista ed evitare prodotti fai da te anche se indicati come specifici.

Lo sapevi che?

Esistono molti tipi di collutorio, ognuno con precise caratteristiche legate alle singole patologie. Per questo motivo il presidio deve essere prescritto dal proprio dentista curante.

Pet therapy: dal dentista il cane ti aiuta

Se nella sala d’attesa del vostro dentista trovate un cane o un gattino non stupitevi, non è quello di un paziente in attesa e non è un nuovo membro dello studio! Un cane o un gatto possono rivelarsi un “fido” aiuto per attenuare la paura, soprattutto dei bambini, verso il dentista. Si chiama pet therapy e recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’interazione con un animale riesce ad attenuare particolari condizioni di stress e conflittualità, rappresentando un solido supporto per pazienti minori, talora con problemi di comportamento sociale o disabilita fisica o mentale.


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